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         Benvenuto!

 

Siamo alla ricerca di tutti coloro che sono alla ricerca. Siamo alla ricerca di tutti coloro che hanno trovato... Se ti piace capire, se ti piace cantare o suonare... Se ti piace stare in compagnia... Se ti piace organizzare... Se ti piace anche solo "essere" così come sei, vieni a trovarci! 

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I nostri culti:

Ottaviano, Via Trappitella, 43:

Sabato, ore 17.00.

Albanella, Via Risorgimento:

Domenica, ore 11.00.

Salerno, Via Manzella 27:

Domenica, ore 11.30.

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Incontri Biblici Domestici

E' un'opportunità realizzare un breve momento di lettura biblica e di preghiera insieme a persone della Comunità ed è anche un'occasione per invitare amici e parenti interessati e offrire loro uno spazio di confronto con la Parola di Dio.

Per organizzare un incontro scrivi a: asquiti@virgilio.it 

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Bacheca

Studio Biblico. Conoscere Gesù attraverso la lettura dell’Epistola agli Ebrei.

Ogni martedì ON LINE su piattaforma Meet dalle ore 20:30 (precise!!!) alle ore 21:30 (precise!!!)

Per partecipare basta cliccare su: https://meet.google.com/avh-krwv-nmp

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Sabato 27 aprile 2024, dalle ore 15 alle ore 16,30 "Gestazione per altri”.  On line su piattaforma Zoom. Per partecipare chiedere il link a: asquitieri@chiesavaldese.org

 

Sabato 11 maggio 2024 alle ore 15:00: Assemblea di Circuito presso il Centro Sociale Casa Mia-E. Nitti a Ponticelli.

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Claudiana

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Antonio Di Grado

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Il vangelo secondo

Totò

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Claudiana

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Prezzo Euro 14,50

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Paideia

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Barnabas Lindars 

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La teologia della

Lettera 

agli Ebrei

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Paideia

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Prezzo Euro 5,00

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Il Vangelo della Domenica

Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore, e al quale non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e si dà alla fuga (e il lupo le rapisce e disperde), perché è mercenario e non si cura delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie, e le mie conoscono me, come il Padre mi conosce e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. Ho anche altre pecore, che non sono di quest'ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore. Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita per riprenderla poi. Nessuno me la toglie, ma io la depongo da me. Ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio. (Luca 10,11-18)

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Culto Evangelico

 Domenica 21, su RAI Radio1 alle 6.35, “Culto evangelico“ propone una predicazione della tenete ausiliaria dell’Esercito della Salvezza Ilaria Castaldo, un “Notiziario evangelico” e la rubrica “Il cammino verso l’unità” a cura di Luca Maria Negro.

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Protestantesimo

Nella notte tra lunedì 22 e martedì 23, su RAITRE all’1.45, terza replica della puntata di “Protestantesimo” dal titolo “Il futuro della terra”.

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Una parola per te

Breve riflessione sul Vangelo della IV Domenica di Pasqua

a cura del past. Antonio Squitieri

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I perché della nostra fede

 

 

Un video per trasmettere il senso della nostra fede cristiana a tutti, in modo nuovo e aperto. Con frasi e gesti molto semplici, amici e membri delle chiese valdesi e metodiste spiegano il perché della loro fede e ci raccontano cosa significa per loro il Padre Nostro. 

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Camminare insieme

 

Rubrica ecumenica

a cura della Chiesa Valdese

                            Questa settimana
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Essere grati per ogni benedizione che viviamo
 
Debora Spini: lavoro e dignità sociale, una lettura protestante
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"Casa Mia", l'Ospedale Betania, il Community Center: la Chiesa del fare a Napoli
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Lavora come un albero. Una "terza via" tra crescita e decrescita
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Appello per una pace giusta e solidarietà per l'Ucraina
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"Io ho visto"
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Appuntamenti della settimana                                         

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"Dignitas infinita", un commento protestante di Luca Baratto

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«Una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi». Con questa affermazione bella e impegnativa inizia la dichiarazione Dignitas Infinita resa pubblica lo scorso 8 aprile dal Dicastero Pontificio per la Dottrina della Fede. Si tratta di un documento elaborato nel corso di cinque anni e passato attraverso diverse rielaborazioni. Una di queste è stata espressamente richiesta da papa Francesco, che ha voluto dare maggiore rilevanza a temi quali la povertà, la situazione dei migranti, le violenze contro le donne, la tratta delle persone, la guerra e altre situazioni da cui effettivamente dipende la dignità di milioni di persone nel mondo.

Il documento fotografa le posizioni della dottrina cattolica come sono state espresse negli anni di questo pontificato e per questo non comporta particolari novità. C’è una grande passione per gli ultimi e le ultime, per la dignità sociale negata, per i e le più vulnerabili con un paragrafo espressamente dedicato al femminicidio, e un capitolo sui migranti. E poi ci sono le questioni controverse, quelle che sono divisive anche all’interno delle stesse chiese, in cui le distanze con la riflessione di altri cristiani permane: l’aborto, il fine vita, il gender (qualunque cosa significhi), il cambiamento di sesso, la maternità surrogata, l’omosessualità.

Interessante è la definizione che il documento dà della dignità umana. Questa viene suddivisa in quattro significati: morale, che riguarda le scelte delle persone; sociale, che riguarda le loro condizioni di vita; esistenziale, che può far percepire la vita di un essere umano come degna o non degna di essere vissuta. Su queste tre forme di dignità si erge però la prima che orienta tutte le altre: la dignità ontologica. La dignità ontologica è quella «che compete alla persona in quanto tale per il solo fatto di esistere e di essere voluta, creata e amata da Dio. Questa dignità non può mai essere cancellata e resta valida al di là di ogni circostanza in cui i singoli possano venirsi a trovare […]. La persona sussiste sempre come “sostanza individuale” con tutta la sua inalienabile dignità. Questo si verifica, per esempio, in un bambino non ancora nato, in una persona priva di sensi, in un anziano in agonia».

È una definizione che ha più di una ragione. Assomiglia a quanto afferma la Dichiarazione di indipendenza degli Stati uniti del 1776 nel sostenere che l’eguaglianza di ogni essere umano è una verità “evidente per sé stessa” che cioè non va né dimostrata né spiegata, perché ci appartiene per il solo fatto di esistere. E mi viene in mente anche la poesia Se questo è un uomo di Primo Levi: è ancora un essere umano colui e colei che è stato spogliato di ogni sembianza umana nei campi di concentramento? Certo, lo è! Ma che succede se il dolore diventa così insopportabile da sfigurare non solo il mio sembiante umano, ma anche la mia coscienza? O se rimango imprigionato in un corpo che non è quello del mio genere? Che cosa succede quando le belle e giuste definizioni della vita costruiscono una prigione da cui non è possibile scappare? Può bastare la pietà dei giusti? Va ribadito che la giustizia dei pii non può essere la prigione dei sofferenti.

Mi sembra che il limite del documento sia quello di non comprendere la voce di chi può testimoniare una verità vissuta diversa da quella proposta. Sul fine vita il testo dice: «È assai diffusa l’idea che l’eutanasia o il suicidio assistito siano coerenti con il rispetto della dignità della persona umana. Davanti a questo fatto, si deve ribadire con forza che la sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile, ma può diventare occasione per rinsaldare i vincoli di una mutua appartenenza e per prendere maggiore coscienza della preziosità di ogni persona per l’umanità intera». Appunto, “può” (il corsivo nel testo è mio), ma può essere anche il contrario!

Manca la voce della complessità della vita ed emerge la voce di chi pensa che le persone, più che accompagnate nei lor percorsi, vadano indirizzate. Certamente, è un testo dottrinale, quindi affermativo. Ma, proprio per questo, ci si deve chiedere se per trattare questioni etiche sia davvero questa la forma più indicata. E se un testo di questo tipo possa essere un contributo utile per una discussione ecumenica sui temi che solleva, oppure un modo per porre fine a qualsiasi confronto. (NEV)

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